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INCLUSIONE

Il referente per l’inclusione è una figura di fondamentale importanza nella scuola, in quanto promotore dell’integrazione e inclusione scolastica e sociale degli studenti con peculiari esigenze formative.
Costituisce la figura di riferimento per le famiglie che possono rivolgersi a lui per fare tutte le domande ed avere le informazioni che ritengono utili per il percorso scolastico del proprio figlio all’interno di quello specifico istituto.
I suoi compiti sono:

  • supportare i Team della scuola per l’individuazione di casi di alunni con disagio, con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), con Bisogni Educativi Speciali (BES) e alunni certificati (Legge 104);
  • raccogliere, analizzare la documentazione (certificazione diagnostica/ segnalazione) supportando gli insegnanti di sostegno ad aggiornare il fascicolo personale e pianificare attività/progetti/strategie ad hoc;
  • fornire collaborazione/consulenza alla stesura di PDP (Piano Didattico Personalizzato) e PEI (Piano Educativo Individualizzato);
  • organizzare momenti di approfondimento/formazione/aggiornamento sulla base delle necessità rilevate all’interno dell’Istituto;
  • monitorare/valutare i risultati ottenuti e condividere proposte con il Collegio dei Docenti e Consiglio d’Istituto;
  • gestire e curare una sezione della biblioteca di istituto dedicata alle problematiche specifiche;
  • fornire informazioni circa le disposizioni normative vigenti;
  • fornire indicazioni di base su strumenti compensativi e misure dispensative al fine di realizzare un intervento didattico il più possibile adeguato e personalizzato;
  • offrire supporto ai colleghi riguardo a specifici materiali didattici e di valutazione;
  • fungere da mediatore tra colleghi, famiglie, studenti, operatori dei servizi sanitari, ed agenzie formative accreditate nel territorio;
  • collaborare con il dirigente scolastico e il gruppo di lavoro sui bisogni speciali d’Istituto per l’assegnazione degli alunni alle classi di riferimento e delle relative ore di sostegno;
  • coordinare il gruppo degli insegnanti di sostegno, raccogliendo i documenti da loro prodotti nel corso dell’anno scolastico e le buone pratiche da essi sperimentate;
  • gestire il passaggio di informazioni relative agli alunni tra le scuole e all’interno dell’istituto al fine di perseguire la continuità educativo-didattica;
  • richiedere, qualora ve ne sia la necessità, ausili e sussidi particolari;
    promuovere le iniziative relative alla sensibilizzazione per l’integrazione/inclusione scolastica degli alunni, proposte dal dipartimento.

Questa figura professionale deve comunque conoscere ciò che accade realmente nella scuola al di là delle norme, dei questionari, della retorica in cui spesso si scivola e al di là dei post dei social, che poi sono in ogni caso tanti aspetti di una realtà così confusa e articolata che tuttavia rischia di sfuggire proprio per la sua complessità. La realtà va compresa per essere migliorata in un processo in divenire che di giorno in giorno deve essere caratterizzato da passione ed empatia.
Il referente per l’inclusione deve essere la chiave per il superamento della debolezza del rapporto scuola-famiglia e deve saper trasmettere il concetto che bisogna cooperare e non competere per la gestione del conflitto. Il conflitto è inevitabile ma, se ne cogliamo la parte costruttiva gestendolo correttamente, arriveremo sicuramente ad una crescita emotiva delle parti. Pensiamo al conflitto come se fosse una partita in cui uno vince e l’altro perde. Probabilmente questa visione deriva dal contesto sociale in cui viviamo improntato all’individualismo e alla competitività ma sappiamo benissimo che questo non è il modo di interpretare le relazioni.
Sembra paradossale, ma, a differenza delle competizioni, dibattiti, scontri nei tribunali, ecc… nei conflitti interpersonali non ci deve essere chi vince o chi perde. O si vince insieme, o non si vince affatto.